Mio nonno materno, mi raccontava molto tempo fa mia madre, aveva l'abitudine di prendere ogni giorno un'aspírina, convinto in questo modo di non ammalarsi mai. Morì per un infarto quando io ero ancora piccolino, lasciandomi come suo ricordo solo delle foto in bianco e nero di altri tempi e il suono della sua voce su alcune bobine di un registratore, marca Geloso.
Mamma e nonna rimasero convinte che fossero state proprio quelle aspirine a provocargli quell'infarto fatale. Io ero ancora piccolo, e rimasi pure io convinto di questo per parecchio tempo.
Da allora a casa mia venne bandita l'Aspro, in favore dell'Aspirina, suggerendomi che il nonno prendesse proprio l'Aspro. E ci volle qualche anno ancora prima che imparassi che erano entrambe Acido Acetilsalicilico, ma di due marche diverse.
Succede. Cresci, impari nuove nozioni, e puoi apprendere di aver creduto in cose errate per troppo tempo. Niente di eccessivamente grave in fondo, la vita continua, e ogni giorno impari cose nuove. Avevo solo scoperto che tutti avevano avuto torto: mamma e nonna nel credere che un‘aspirina di troppo provocasse l'infarto, e il nonno, convinto che l'aspirina preventiva fermasse l'influenza: infatti non é un medicinale che previene, poiché si attiva solo in presenza del malanno, raffreddore o influenza che sia.
Io avevo studiato, mi ero informato, il progresso e il mio interesse nella realtà scientifica mi permettevano di poter giudicare (col celebre e famigerato "senno di poi") le errate convinzioni dei miei parenti. Giusto?
Sbagliato, tremendamente errato, del tutto in torto.
Solo tempo dopo imparai una proprietà dell'aspirina che ignoravo del tutto fino a quel momento: che l'Acido Acetilsalicilico ha funzioni di fluidificatore del sangue, e viene indicato per i cardiopatici.
E improvvisamente capisco che il nonno, cardiopatico negli anni '60, aveva ragione, e probabilmente seguiva le indicazioni del suo medico. Aveva sempre avuto ragione, e moglie, figlia e nipote (io, ahimè) avevamo avuto a nostra volta torto nel giudicarlo.
Ecco, ogni volta che qualcuno mi suggerisce "un buon consiglio" per la mia malattia del motoneurone (la Troia bastarda e infame, e son pure troppo diplomatico...), mi vengono in mente il nonno, le sue aspirine e le convinzioni dei parenti, me medesimo compreso. A come sia facile giudicare dall'esterno, suggerire terapie, panacea, possibili origini ambientali o alimentari.
A come in certi momenti siamo talmente convinti di avere ragione, di essere nel giusto e che non possiamo sbagliarci, anche se non siamo dottori, ingegneri, cuochi o commissari della nazionale.
O disegnatori di fumetti.
Per errore avevo scritto vasodilatatore al posto di fluidificatore, Sorry!
RispondiEliminaE' detta "sindrome dell'allenatore" e come tale è caratterizzata da una presunta competenza che tutti quanti hanno quando si tratta di creare una formazione che farebbe (sicuramente) vincere la partita o il campionato di turno, ma, in questa sua particolare variante e sotto categoria, è una tendenza "tuttologica" dettata anche da quel diffuso senso di impotenza e di conseguente bisogno di certezze.
RispondiEliminaQuando scendiamo in campo medico, che si tratti di raffreddore o di motoneurone, abbiamo necessità di partecipare, di dare consigli e talvolta perfino di chiederli.
E' quel bisogno innato che spazia dal miele che ti fa passare la tosse ai più moderni ritrovati "wikypedici" del "ho letto che hanno trovato una nuova cura per".
E se in alcuni casi si tratta semplicemente di saccenteria gratuita, nella maggior parte degli altri è il desiderio e la ricerca spasmodica di qualcosa da dire, da pensare o con cui cercare di aiutare.
Ed ecco quindi che il Dottor House ci viene in sostegno, parlandoci quella settimana di quella strana patologia o rifacendoci a qualcosa che la badante di qualcuno ci ha detto che sentito dire da qualcun altro ecc. ecc. ecc.
E' il meccanismo di sopravvivenza e di difesa del nostro cervello e in mezzo a certezze si mescolano luoghi comuni, dicerie e leggende medico metropolitane.
Se si tratta di piccoli malanni poco importa se sono vere o false perché la loro funzione è quasi sempre un valido placebo.
Se hai cose semplici, se hai l'influenza, se tossisci o sei solo raffreddato, ciò che ti serve è spesso il rimedio della nonna o quella paziente assistenza famigliare che ci piace avere intorno.
Se il problema invece è più grande, per una volta i ruoli si invertono, e sono gli altri... quelli che ti amano, che ti vogliono bene e che si preoccupano per te che hanno bisogno di qualcosa a cui affidarsi.
Per starti vicino, per trovare vie d'uscita o semplicemente per sentirsi "utili".
Massi "Adler".
Che l'aspirina aiuti a prevenire cardiopatie non lo sapevo, è interessante per me, perché mio padre ha avuto 2 infarti ed è allergico all'aspirina.
RispondiEliminaA questo punto dovrei dire che "purtroppo" è allergico (davvero, se la piglia va in coma), ma in realtà non lo dico, perché:
http://www.idoctors.it/articolo/il-paradosso-de/161/3
Ora mio papà ha 90 anni e credo rientri in questa casistica di cardiopatici recidivi,(naturalmente fa una terapia ben più pesante e mirata) . Comunque pare (ed è logico pensarlo) che l'uso regolare aumenti la probabilità di emorragie anche interne quindi tutto sommato, sempre meglio non decidere "da soli" quali medicine assumere, anche se si tratta di un'aspirina.
Si impara sempre qualcosa...
Ho scoperto oggi per caso che tu facevi le strisce umoristiche su "Shadows on the Moon"! Molto divertenti.
RispondiElimina..."Guido, fratellino mio! Assaggia un goccino della mia birra sintetica!"
Complimenti, e tanti auguri di buona Pasqua, di cuore.
Sarebbe bello poterti dare una mano veramente...un aiuto concreto e non le solite banalita' che diciamo o facciamo x indorare la pillola amarissima che devi buttare giu' solo tu...e invece sei tu che fai qualcosa (anche) per me scrivendo post interressanti e ironici che ormai attendo quasi con impazienza. Chapeau!
RispondiEliminaBravo, cugino caro. Continu a dilettarci con i tuoi blog. Un sincero abbraccio. Giampi.
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