Guardo e sfoglio un libro trovato su una bancarella. Controllo il titolo, guardo i credits. E mi viene un mente tutta una serie di motivi per cui lo faccio. Penso a com'è nata l'abitudine, a come ha fatto a cementificarsi ed a diventare indispensabile. penso a come facevo prima di imparare. E il corso di pensieri diventa un flusso continuo, che necessita di venire incolonnato, messo sotto controllo, e analizzato. E così quel pensiero diventa una possibile riflessione da non tenere più tutta per te, ma da condividere.
Ecco il tema della storia di oggi.
Bigio è un giovane appassionato di libri di fantascienza. E' appena entrato in questo meraviglioso mondo fatto di centinaia di migliaia di libri pubblicati in passato, è avido di conoscenza, ha un sacco di tempo davanti a se per leggere molto, e convinto che riuscirà a cavarsela bene, perché è sicuro che le cose in questo mondo sono state fatte per bene, e a lui non resterà che cogliere i frutti.
Ha solo un piccolissimo difetto, apparentemente trascurabile. Bè, sì, non crederete mica che l'appassionato perfetto esista? A Bigio non interessa leggere le introduzioni, o le presentazioni. nemmeno i credits originali, è convinto che un libro debba parlare per sè. Non ha la passione di catalogare, ma solo quella di avere e leggere tutto il possibile. Può tutto questo essere un problema? Come potrebbe mai esserlo?
Mettiamolo alla prova con quattro esempi.
1) Un giorno trova il volume dell'editrice Nord Stelle come Polvere di Isaac Asimov. E' felice, è contento, è raggiante, l'edizione è bella, rilegata e con una spettacolare copertina color oro. Poi un giorno trova un classico Urania che lo attira: Il tiranno dei mondi. Gli manca, quel titolo non lo conosce, e prende anche quello, continuando ad essere felice. Fino a quando non li legge...
Gli ricordamo qualcosa... ce ne mette un po' a capirlo, ma dopo una ventina di pagine ne ha la certezza. Sono uguali. Il titolo è differente, ma dentro contengono lo stesso romanzo. E un porco mondo! gli scappa.
2) Un giorno trova il libro Destinazione Stelle di Alfred Bester. E' bellissimo, lo adora, ne vuole ancora.
Fai attenzione allora, amico mio, questa volta ti anticipo: non prendere mai il libro di Bester intitolato La tigre della Notte, perché anche qui, è lo stessa storia.
3) Dopo tanti libri avventurosi e innovativi, scopri finalmente Philip K. Dick. Era ora, non credi? Bene, ormai hai imparato dai casi precedenti, non ti ingannerai più. Leggi L'uomo nell'altro castello, ti piace un sacco, ne sei entusiasta. Poi leggi Tempo fuori di testa, e ti piace ancora, poi Scorrete lacrime disse il poliziotto, e infine Un oscuro scrutare, e sei al settimo cielo. Poi trovi una vagonata di altri libri su una bancarella, e te ne appropri. Libri che ti mancavano, sei raggiante. Ma spero per te che in quel mucchio non ci siano la svastica sul sole, L'uomo dei giochi a premio, Episodio temporale e Scrutare nel buio. O smadonnerai che ti sentiranno fino in Caledonia.
4) Un giorno leggi L'uomo che cadde sulla Terra, di Walter Tevis. Magari avevi visto il film con David Bowie, ma fa lo stesso, qui parliamo del libro. Bello, bellissimo, ne vuoi ancora, segnati il nome di quest'autore. E poi trovi un Oscar Mondadori, Futuro in trance, e lo prendi. E poi trovi anche un libro della Nord dello stesso autore, Solo il mimo canta al limitare del bosco. In un colpo solo ne hai trovati ben DUE dello stesso autore, e sei sicuro non ci siano errori, perché sono usciti entrambi nello stesso anno, il 1983 (hai imparato a guardare le date, bravo).
Ma non rimanerci male quando vedrai che è lo stesso libro...
La mania di dare titoli differenti agli stessi libri ha cause ed effetti profondamente differenti. Cause ed effetti che impari dall'esperienza, dalla lettura delle note, e di mille altre cose apparentemente insignificanti. Grazie alle quali, hai le spiegazioni a tutto questo:
1) Isaac Asimov scrive all'inizio degli anni '50 quello che diventerà il suo primo romanzo. Viene pubblicato a puntate su rivista, con il titolo Tyrann. Nel 1951 esce il volume, con il titolo definitivo di Stars Like Dust. In Italia vede la luce nel 1953 con il titolo de Il Tiranno dei mondi e viene pubblicato dall'editore Mondadori su Urania, quindi ristampato nel 1968. Come quasi tutti gli Urania del periodo viene ritoccato nel testo e ripulito per permettergli di stare nelle pagine del volumetto italiano. Ma nel 1972 esce finalmente l'edizione integrale, senza i tagli delle precedenti edizioni, grazie all'editrice Nord, che traduce fedelmente il titolo in Stelle come polvere.
Quando diversi anni dopo la Mondadori ristampa quel volume, deve prendere una decisione. Certo, il secondo titolo avrebbe ha rimpiazzato il primo a tutti gli effetti, ma questa è la riedizione (
ma questa volta in edizione integrale)
di un libro già pubblicato tempo prima su Urania. Che fare quindi? Proporlo con il nuovo titolo, facendo capire che è la ristampa dello stesso libro Nord (a parte la traduzione traduzione differente) o mantenere il vecchio titolo facendo capire che è la ristampa aggiornata del vecchio Urania? Si sceglie di usare il vecchio titolo, indicando all'interno che ha avuto anche l'altro. Discutibile? Può darsi, ma succede.
2) Per Bester succede una cosa simile. Il titolo originale del libro nelle sua prima pubblicazione su rivista è The Stars my destination, ma la prima edizione nel regno Unito porta il titolo di Tiger, Tiger. E quindi la prima edizione Italiana porta il titolo di La Tigre della notte. Ma la prima ristampa integrale successiva avra un più tradizionale Destinazione Stelle, e con quel titolo, in quella edizione (Nord) verrà conosciuto e riscoperto. Però anche qui come per Asimov, nelle ristampe Mondadori il titolo torna quello vecchio. Ma niente paura, si tratta sempre dello stesso testo.
3) Per Dick... bè, qui è leggermente differente. Nel suo caso non si tratterà mai di libri riscritti in originale, ma di un pasticcio tutto italiano. I libri sono sempre gli stessi (con un paio di eccezioni che indicherò dopo), ma si tratta di nuove edizioni. Non è difficile capire i morivi. A parte alcune fortunate eccezioni, Dick rimarrà per un bel pezzo lontano da Urania, finendo per venire pubblicato tra la fine degli anni '60 e i primi '70 dalla editrice La Tribuna, nella sua collana Galassia. Ma in seguito verranno riproposti assieme ad altri inediti tra le edizioni Nord, Fanucci e infine anche Mondadori Urania (dalla seconda metà degli '80). Tutte collane dedicate agli appassionati di fantascienza.
Poi arrivano gli anno '90, Dick è esploso come autore di culto, c'è bisogno di venderlo al pubblico di massa. L'editore Fanucci sceglie di cambiare i titoli, di recuperare quelli originali. Decisione saggia o meno? Anche qui, dipende...
Time Out of Joint, romanzo del 1959, ha avuto diversi titoli Il tempo si è spezzato, L'uomo dei giochi a premio (Mondadori Urania, 1968), Tempo fuori luogo (Sellerio, 1996) e Tempo fuori di testa (Fanucci 2003). Ma il libro è lo stesso. Il celebre The Man in the High Castle è arrivato in Italia con il titolo La svastica sul sole, e con questo nome è stato scoperto e conosciuto dalla maggior parte dei suoi lettori,oltre che citato inc entinaia di libri e testi storiografici della FS. Ma nel 2001 Fanucci prova a reintitolarlo nel poco accattivante L'uomo nell'alto castello (anche se high castle non vorrebbe proprio dire alto castello...). Ma dopo una ristampa, nelle successive tornerà al titolo originale italiano, per la soddisfazione degli appassionati. Andrà meglio a Flow My tears, the Policeman Said, uscito per la prima volta (Editrice Nord) con il titolo Episodio Temporale, e ristampato solo molto tempo dopo, vedendosi attribuito in italiano la fedele traduzione di quello originale, e diventando così, da adesso in poi, Scorrete lacrime, disse il poliziotto.
Con Dick abbiamo però anche i casi speciali. The Unteleported Man è un libro del 1966, ed esce in Italia nel 1968 sulla collana Galassia, dell'editrice LaTribuna (che lo ristampa un paio di anni dopo) come Utopia andata e ritorno. E per più di 20 anni rimarranno le uniche edizioni disponibili. Ma dopo la morte di Dick (nel 1982), l'editore originale ripristina una grande parte mancante nella prima edizione, e lo ripropone, ma per capire che si tratta di un'edizione differente bisogna guardare l'anno della pubblicazione originale: 1983. In Italia solo nel 1994 uscirà in questa nuova edizione, ma mantenendo con lo stesso titolo, ma nei credit questo dettaglio viene detto. Per cui questo è un libro differente.
4) E nel caso di Tevis che accadde? Piccolo grande pasticcio editoriale. Il due libri uscirono davvero a poche settimane di distanza nel 1983, ma la colpa fù di una distrazione da parte dell'agente americano, che non si accorse di avere venduto i diritti di un libro a due editori dello stesso paese.
Oh, lo so, non è molto facile capirci qualcosa. Sono cose che o le sai o non le sai, non c'è scampo. E si imparano solo con l'esperienza, e gli errori. Questi sopra sono solo alcuni esempi, quelli più facili da ricordare, per il resto c'è poco da fare: leggete i credits, e anche le note, spesso viene tutto detto lì, e buon divertimento.
Ma adesso se vi capita di vedermi sfogliare un libro su una bancarella, almeno saprete che non è solo per capire se l'incipit sia accattivante.
O almeno, non sempre.
Il libro di Trevis é conficcato nel mio cuore
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Mockinbird
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