giovedì 25 dicembre 2014
Amarcord in salsa Chili 2
Prima che me lo diciate nei commenti, sappiate che lo so: dovrei aggiornare più spesso.
Ma nella vita ti ritrovi sempre in ritardo per qualcosa. Vedere un film, leggere un fumetto, finire quel lavoro, iniziarne un altro, mantenere promesse fatte ad amici, contare le stelle nel cielo convinto che siano meno di 46.000.
Poi un giorno trovi una cosa che ti manda col pensiero indietro di qualche anno, e decidi che devi farci un pezzo per il blog, che il tema è perfetto come proposito per l'anno nuovo... ma nel frattempo dovevi finire la seconda parte di un altro pezzo, quello che volevi postare a novembre e che invece adesso, a Natale passato, è ancora da fare. Il tempo vola, porca paletta, per cui mettiamoci d'impegno e concludiamo le cose da concludere.
Nell'articolo precedente avevo parlato di un certo numero di fiere di fumetti, mescolando un po' di Amarcord con qualche riflessione. E mi ero reso conto che la riflessione stava diventando una cosa differente dal resto del pezzo, per cui avevo deciso di dividerla, e oggi vi renderò partecipi del motivo.
Non so l'idea che vi siete fatti voi, ma rispetto anche solo a 5 anni fa, le fiere (mercatino, mercato, festival, in qualsiasi modo vogliate chiamarle) dedicate ai fumetti sono aumentate, sparse un po' per tutta la penisola.
Tutte uguali? No, per niente.
Tempo fa un amico che gestiva una fumetteria le divise simpaticamente tra fiera coslayer e fiera cartamuffa.
Perchè una fiera è differente da ogni altra, sopratutto a seconda del visitatore a cui è dedicata.
Sei un appassionato di comics con la fedele mancolista? Sei solo un passante curioso? Sei un autore affermato? Sei un'esordiente? Un editore? Collezioni disegnini fatti dai disegnatori? Cerchi i dischi di Rhianna? Ti piace vedere i cosplay? Porti il figlio a vedere i cosplay? Hai una figlia che fa il cosplay? Sei disegnatore e omaggi di disegni il pubblico?
In qualcuna potrai fare alcune di queste cose, in altre no. E così in altre ancora potrai fare il contrario.
La fiera Cosplayer è quella dove trovi di tutto: la fascia di Naruto, qualche edizione speciale di Grant Morrison, il premio al disegnatore affermato, mentre sullo sfondo risuona dagli autoparlanti l'amplificazione di un concerto love di sigle di anime anni '70. E dove trovi i cosplayer. E i gadget, i pupazzetti, portachiavi, i DVD e i CD Import delle sigle giapponesi, gli esordienti e le loro autoproduzioni. Che tu sia un appassionato o un cosplay, trovi di tutto e di più, e in teoria potresti sempre tornare a casa soddisfatto.
La fiera Cartamuffa è quella per l'appassionato di fumetti classici. Il collezionista con la mancolista, il veterano alla ricerca di quel singolo numero, che sia un fumetto di anteguerra o un'edizione speciale del Corriere dei Piccoli. Il termine può sembrare denigratorio (in realtà è un termine affetivo, come potrà spiegarvi ogni appassionato con mancolista), ma la fiera non lo è. Trovi le edizioni originali dei fumetti a striscia, edizioni dell'Avventuroso, annate dell'Intrepido e Lanciostory, materiale in tiratura limitata e originali autografati e non. Pochi manga, molti Bonelli storici, gadgets in quantità micro-minima, qualche negoziante con le edizioni originali dei Cosmo Oro della Nord, insomma è il classico negozio di dolci in cui l'appassionato si perde, e il naufragar gli è dolce in quel mare.
A volte trovi lo stesso materiale in entrambe, o incontri gli stessi appassionati e gli stessi negozianti, ma il materiale che portano non è lo stesso. E qui ti accorgi delle differenze particolari...
1) Sei in questa bella fiera dell'antiquariato, giri in lungo e in largo mentre intorno a te scorrono mancoliste e dialoghi su eroi scomparsi, davanti ai tuoi occhi una buona parte di quei fumetti è protetta da buste di plastica per preservarle dai danni del tempo. Ti fermi spesso, guardi quelle cassette piene di cartonati anni '70, di brossurati anni '90, e di tascabili anni '70. Leggi tra gli altri i titoli di Pecos Bill, Kinowa e Occhio Cupo. Non hai davvero idea di cosa cercare, certo hai qualcosa che ti manca, ma ti sei posto dei limiti di spesa e non intendi superarli se non per casi davvero speciali.
Osservi quel volume di Pratt, che tu hai dal 1989, e conti gli zero nel prezzo, sfogli quel volume che potresti prendere, ma avendo la serie incompleta non hai fretta, e sei convinto che se quel volume di Moebius può valere i 30 euro richiesti, sai che quell'altro disegnato da un suo clone non li vale di certo. I classici di Topolino senza numero, quelli precedenti al 1977/78 (quando presero la numerazione che continua ancora oggi) e per quei tascabili incellofanati leggi cifre che (se sei fortunato) vanno da 40 euro in su, o il primo Almanacco di Martin Mystère a 80 euro. E i numeri sciolti del Corriere dei Ragazzi a 5 euro al colpo. E così via, ma sai che quelli sono i prezzi dell'antiquariato. C'è qualche scatolone di offerte, tutto a 15 euro, tutto a 10, ma con una decina di volumi in ognuno.
2) Sei in questa bella fiera, intorno a te impazzano i cosplayer e le famiglie e i bimbi, e le musiche dei cartoni impazzano dagli autoparlanti. Intorno a te scorrono appassionati alla ricerca di action figures, mancoliste di manga, dialoghi su eroi che ancora non hai imparato a conoscere, e davanti ai tuoi occhi una buona parte di quei fumetti è impilata in buste di plastica per tenere unita una serie completa uscita anche solo due anni prima, iper-protetta già di suo da una copertina di cartone degno di una scatola di sale grosso da cucina, e pure con lo stesso colore grigio. Ti fermi ogni tanto, guardi quelle cassette piene di 200 serie di manga, di brossurati bonellidi anni '90 e serie di cui eri contento di esserti dimenticato l'esistenza. Tra i titoli leggi Dragonball e One Piece, Lazarus Ledd e Nick Raider sono esposti al fianco di Dagon e Dick Drago. Continui come sempre a non avere davvero idea di cosa cercare. Certo, hai sempre qualcosa che ti manca ed i tuoi soliti limiti di spesa, ma sempre pronto a violarli per i casi davvero speciali. Osservi quel volume Rizzoli anni '70 e pensi che abbiano sbagliato il prezzo, perché manca uno zero. Trovi quel volume di Moebius che può valere i 30 euro richiesti, e in uno scatolone sotto il tavolo, sotto la dicitura "Tutto ad un euro" trovi quell'altro volume disegnato da un suo clone. I classici di Topolino senza numero e senza cellophane a 5 euro, e ti ripeti che devono essere distrutti se li trovi a 4 euro (no, gli sfogli e sono perfetti), e sono pure precedenti al 1977/78. Tò, c'è pure il primo Almanacco di Martin Mystère a 15 euro. E i numeri sciolti del Corriere dei Ragazzi a 1 euro, "ma e ne prendi di più ti faccio lo sconto".
E gli scatoloni delle offerte sono ben 15, e il cartellino passa da "Tutto a 10 euro" a "Tutto a 5 euro".
Il bello è che a volte i negozianti sono gli stessi della fiera dell'altra volta...
3) Sei tornato in una fiera di cartamuffa. Curiosamente quel cartonato disegnato da un clone di Moebius è tornato sopra il tavolo al prezzo pieno, e Hugo Pratt si è ripreso quello zero mancante, così come i classici incellofanati (e con qualche strappo in copertina). E non sei finito in un'universo parallelo, è sempre il tuo caro vecchio mondo.
Che accade? Qual'è la differenza? Perché posso trovare gli originali Marvel anni '90 a 4 euro il pezzo, mentre in un'altra fiera li trovo "Tutti ad 1 euro"? E perché in alcuni scatoloni in iper-offerta trovi i brossurati Nuova Frontiera o Isola Trovata, gli speciali Comic Art, striscie di fumetti sconosciuti ai più (chi conosce Harry Sprint alzi la mano), scatoloni pieni zeppi di ogni testata Bonelli, di Topolino di ogni lustro, di Diabolik, Alan Ford e Kriminal, libri e riviste che arrivano da epoche in cui gli editori locali avevano un grafico professionista che curava le loro edizioni, e non si limitavano a ristampare impianti americani e francesi, identici all'originale. Possibile che ci siano tutte queste differenze tra una fiera e l'altra?
Oh, lo so che c'è una cosa chiamata crisi, che a volte non conviene tenere ad un prezzo alto cose che non vendi. I motivi possono essere molti, non ultimo quello del pubblico che incontrerai a quella fiera. Ma l'appassionato che vive dentro di me spesso è rientrato soddisfatto da alcune fiere, dove ha trovato materiale per lui molto interessante: Atmosfera Zero di Jim Steranko negli scaffali a 3 euro, la raccolta dei primi numeri di Attenti a quei due (disegni di Ortiz per il mercato bitannico) nello scatolone del singolo euro, cosí come gli Excalibur di Clarmont e Davis e i Generation X di Lobdell e Bachalo, marvel USA originali, le ex rare copertine laminate, lastricate, olografate della Image, la rivista di Rin-tin-tin (disegnato da Marcello, apperò) con Buck Danny a puntate in appendice ed il sergente Kirk di Pratt e Oesterheld, i cartonati illustrati quadrati della Granata (il principe nel suo giardino et similia), numeri sciolti del Corriere dei Ragazzi che avevi perso a suo tempo, lo Zorro Disney di Alex Toth, e Jaime Hernandez e Jack Kirby, e altre raffinatezze da gourmet dell'inchiostro stampato di un certo tipo.
Tutta roba che in altre fiere, prima e dopo, ho trovato in altri scatoloni prezzo maggiorato.
E da buon trekker so benissimo che trovi un volumetto da edicola "La pista delle stelle - Mondadori" ad una fiera trek venduto a 10 o 15 euro assieme all'appassionato che te li dà volentieri e si considera molto fortinato, mentre in una fiera fumetti li trovi a 5 euro o meno.
Bho. Sì-sì, il mercato si evolve, i prezzi cambiano, lo stesso valore muta da un negoziante all'altro, se ne hai 1 copia o 50, qualcuno ti dirà che vale 20, un altro ti dirà che vale 7, qualcuno non ha idea del valore di quell'altro fumetto, per quell'appassionato QUEL fumetto vale moltissimo e quell'altro no.
Siamo noi pubblico a motivare questi cambi di prezzo? A voi non viene mai il dubbio che stia accadendo anche nel nostro piccolo mondo di carta stampata ciò che le banche e gli imprenditori hanno fatto per anni col mercato immobiliare? Che alla fine i prezzi gonfiati precedentemente prima o poi esplodono?
Tranquilli, la risposta non ce l'ho, e non credo che abbia nemmeno importanza scoprirlo. Se a qualcuno interessa il perché e il percome di tutto questo, si accomodi e arrivi alle conclusioni che desidera, ne ha facoltà, che siano per lui misteri piccanti o teorie del complotto. Ma potrebbero essere anche i deliri di fine anno di un disegnatore che ha mangiato troppo al pranzo di Natale... (non trascurate questa ipotesi).
Bolla immobiliare o no, teoria del complotto o teoria dello specchietto per allodole, qualunque possa esere la risposta, so che personalmente continuerò a vigilare negli scatoloni appartati, sopra e sotto i tavoli, tra i cosplayer e la cartamuffa, seguendo l'istinto e la forza, in cerca di qualche cosa che non ho idea di cosa sarà.
Ma caro Jack, forse dici così solo perché ormai alcune tue collezioni le hai complete da tempo, per le altre hai ancora speranza di terminarle un giorno senza dare via un rene, e un autografo di Magnus ce l'hai da prima di essere stato giovane.
See ya, Folks!
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