sabato 21 febbraio 2015

Tutto ciò che ci sovrasta

Febbraio volge al termine, e Jack non ha ancora aggiornato il blog. Che accade?
Nulla di speciale, a dire il vero. La vita procede, si lavora affrontando le solite sfide, scopriamo il nostro presente vivendolo, e le idee per i pezzi da inserire nel blog arrivano, e io continuo a segnarle, le abbozzo nei ritagli di tempo, e poi le archivio in attesa di revisione: su un foglio txt, su Office, dovunque abbia l'abitudine di tenere appunti.
Di cosa parlano? Argomenti vari, non seguono davvero una logica, uno schema o un progetto complottista, per cui inauguro il 2015 con un post su tutto ciò che accadrà (o no) su queste pagine nel prossimo futuro. In rigoroso e terapeutico ordine sparso, che non sia mai detto che un giorno imparo davvero a tenere un ritmo regolare, quello del resto del mondo, dell'universo, e di tutto quanto.

Recuperando una vecchia fanzine, ho ritrovato la prima recensione su un mio lavoro, risalente al 1997. Quanto tempo. E questo mi ha fatto venire voglia di fare un paio di considerazioni sulle recensioni e sui meccanismo del giudizio. Quando ti chiedi perché qualcuno dovrebbe scegliere di parlare male di qualcosa anziché parlare bene di qualcos'altro. Se ci sia più divertimento intellettuale a trovare nuovi modi creativi di stroncare e parlare male di qualcosa, rispetto che a scrivere una recensione entusiasta di qualcosa che ti piace. Pezzo scritto in gennaio, ma manca il tono giusto. Perché ogni tanto vorrei anch'io provare a essere cattivo, a intarsiare parole di fuoco e indossare scarpe non mie. Ma fino ad allora, fino a quando avrò capito che tipo di risposta dare, se ne rimane tranquilla a decantare nella cartella bozze, nell'attesa che arrivi l'ispirazione giusta. Forse domani, forse tra un mese, forse mai.

Un paio di mesi fa è uscito su Topolino l'ennesimo Gadget legato ad una storia. E dalle reazioni di conoscenti e altri nel gruppi di Facebook, un po' perplesso mi sono reso conto che quello che per me era un comportamento scontato (prenotarlo in edicola), era sconosciuto ai più. L'edicola di fiducia sta scomparendo? La gente prende i fumetti al supermercato, in fumetteria, dove capita? Cambiando ogni volta? Va nel panico se perde un numero, e ignora che basterebbe chiedere all'edicolante di fiducia di richiederlo. E capisci che molti non sanno che significhi il termine "edicolante di fiducia". E da lì la mente ti volava alle chiacchiere con Gianpaolo, alla fumetteria di Monfalcone. Di come si arrabbiasse se un appassionato gli chiedeva assolutamente di trovargli un arretrato, e poi si dimenicava di venire a prenderlo, o lo trovava da un'altra parte e non riteneva importante venire a dirgli di non cercarlo più. E pensi a quel tuo amico che aveva deciso di non prendere più gli originali americani della serie recente di Conan il Barbaro, ma non lo aveva detto alla fumetteria, che continuava ad accumularli.

Il 6 gennaio, la mattina del mio compleanno, c'era un bel sole che cercava di scaldare quella giornata gelata, e ho deciso di fare una lunga passeggiata solo per il gusto di farla. Scattando foto a oggetti, alberi, case e cielo, marciapiedi rotti e mischio, giochi di luce a ombre, procurandomi anche parte di quella documentazione che poi talvolta inserisco nei fumetti. O semplicemente guardando, vedendo, osservando case e gente e scuole e vecchie fabbriche ormai chiuse e locali chiusi per giorno festivo. Non c'è un motivo valido per fare una cosa simile, ma siccome sono ormai alcuni anni che non festeggio il compleanno, viene la voglia di fare qualcosa di differente almeno quel giorno. Fare qualcosa ce non fai spesso, uscire non per andare da qualche parte, ma solo per il gusto di farlo. Senza alcun motivo, solo per muovere le ossa e sentirti parte del mondo che ti circonda, e della vita che scorre tutto intorno.

Vorrei ragionare sulle cose che ci piacciono. Sul come e quando una cosa ti piace (perché in base alla tua cultura, carattere, Weltanshauung), ci sia sempre qualcuno che voglia dimostrati che hai torto, perché la verità può essere una sola, e la sua è sicuramente più giusta della tua. Cioè, se a me piace la Nutella, qualcuno mi dica che sbaglio e che la marmellata è più buona. Ciccio, non sto dicendo che la crema alla nocciola sia il cibo più buono dell'universo, ma solo che a me piace. A te piace la marmellata (che poi piace anche a me)? E dov'è il problema? E quindi di riflesso ti domandi quando e dove un giudizio da soggettivo diventi oggettivo.
Che si tratti di film, telefilm, fumetti, arte moderna o musica, quante volte è capitato anche a voi, dire che vi piace qualcosa, e sentirvi rispondere che non capite niente, perché Bi, Ba, Bo, Bu, la rava e la fava, le cose sono così e basta.


Dovrei postare un po' delle tante foto che faccio. Dove vedo luci particolari, effetti di pioggia e sole, di vetri bagnati e crepe nei marciapiedi, e dei giochi di luce ed ombra che mi attraggono quanto l'argento attrae una gazza. Cose anche inutili, o che sono state qualcosa in un passato lontano.


Vista a Tarvisio
Che a te non servono assolutamente a nulla, se non a riempire l'archivio del PC e ad abbinare quel ricordo visivo ad una data digitale. Degli oggetti strani,di quelli arrugginiti, delle case coloniche e delle strade di Tarvisio (gita di un pomeriggio con l'amico Luca di un mese fa). Un anno fa fotografai nei dettagli gli antichi oggetti di una volta di una vecchia fattoria in cui avveniva una presentazione letteraria. E mesi prima avevo fotografato un albero sotto il sole, sapendo che da quello ci avrei ricavato un quadro per regalarlo ad un'amica. Che probabilmente lo starà ancora aspettando, ma siccome non le ho detto nulla, forse anche no.

A ottobre dello scorso anno sono stato all'annuale ritrovo con gli ex commillitoni del servizio militare, classe 6°/1984, ad Arzene (dalle parti di Valvasone, sulla strada per Casarsa, in quel del pordenonese). Solita vagonata di foto alla ex caserma, che ogni anni perde qualcosa e diventa qualcos'altro. Ho promesso da tempo che un giorno metterò qui tutte le foto e i filmati, per mostrare anche a chi non c'era, e prima o poi ci riuscirò. Fino ad allora però magari userò quegli edifici per qualche scenografia fumettosa, perché come per il maiale, un disegnatore non getta via nulla perché ogni cosa potrebbe servire.
Poi il più delle volte non servono mai, vabbè...



Della desolazione di andare nella più grossa libreria del più vicino centro commerciale locale, e individuare come inediti di fantascienza solo i romanzi di Doctor Who. Insieme a sole ristampe di Dick, di Asimov e di qualcun'altro. In un mare di fantasy mainstream e amanti vampiri e licantropi detective. E di riuscire solo a pensare di essere stato fortunato a crescere in un'epoca in cui potevi trovare davvero fantascienza inedita in libreria.

E vorrei continuare con i pezzi letterari. O quelli illustrati. Dimostrare come siano peggiorate le grafiche dei libri di Len Deighton nelle edizioni italiane, di cercare di capire come si potuto succedere che dalle brillanti copertina del 1985 di Gioco a Berlino, si sia arrivati a quella anonima del 2000 di XPD. O di scrivere finalmente la
biliografia italiana completa di Ian Fleming, quella di Len Deighton e quelle di Adam Hall e Andrew York. E quella non meno completa (ma ai più sconosciuta) di tutti i seguiti di James Bond.
Dedicare finalmente, per esempio, un intero post a mostrare le cover di Carlo Jacono per i Cerchiorosso Mondadori del 1978, se non altro perché ho scannerizzato tutte quelle in mio possesso, e sarebbe bello mostrarle finalmente. Tutti i pallini letterari che mi trascino da anni, sentendomi sempre e solo come se fossi l'unico a cui pare
interessare la cosa. Lo so che non è così, ma se quando vai su Google cercando informazioni su Len Deighton,  la prima pagina che appare che NON sia di qualche libro in vendita, è quella che gli hai dedicato tu ormai 4 anni fa, il dubbio ti viene.
E poi scrivere dei romanzi di Largo Winch, quelli le cui copertine hai memorizzato in passato (okay, erano donne nude), quando nemmeno Jean Van Hamme immaginava che un giorno ne avrebbe ricavato un fumetto. Oh, quanti argomenti.
Riuscirà mai il nostro eroe a fare tutte le cose che vorrebbe? O dovrà scontrarsi con questa cronica lentezza che lo spinge a fare domani quello che potrebbe fare più facilmente oggi, e magari nella metà del tempo?

E le vicende alterne, quelle fumettistiche, quelle del mondo nerd degli appassionati dei telefilm, quei piccoli segreti di cui sei stato testimone negli anni, quelle che puoi raccontare tacciando nome e luoghi e tempi: del Big Black Man di Bellaria, o dell'uomo di Modena che cercava di sfuggire al suo agente per fare foto gratis con tutti, del grande, grandissimo uomo che non voleva assolutamente essere toccato, di quello che ignorava che nel suo contratto fosse prevista un'auto di lusso per accompagnarlo, scoprendolo solo quando il suo autista locale, tutto contento di guidare quella bella macchina, gli chiese il motivo. O quello che chiese dove potesse trovare le "ragazze facili"? Delle promesse dei vari editori, o dei pasticci dei vari organizzatori di Samarcanda?
In passato scrissi dei lunghi e brillanti resoconti di varie convention a cui ho partecipato, che mandai ad amici via mail. Vorrei sempre recuperarle, espanderle, rivederle e postarle qui, inaugurando l'etichetta del tag "amarcord".

E i Making of. Spiegare come sono arrivato ad una copertina, ad un'illustrazione per la rivista di Robot, o riuscire a fare qualche altra gif animata del processo esecutivo, dalla prima bozza al definitivo, visto che tanto successo ha riscosso l'esperimento passato, e queste cose davvero piacciono al pubblico.

E le hit Parade. Rivelare quali sono i pezzi pubblicati in queste pagine ad aver riscosso più gradimento. O quali parole digitate su Google hanno portato i visitatori qui, perchè talvolta c'è davvero il dubbio che chi abbia scritto gli algoritmi di Google sia un fine umorista.


Magari invece scriverò del Carnevale recente, delle due sfilate a cui ho assistito, dove ho visto cosa differenzia una sfilata per le vie di una città da una manifestazione bene organizzata. E non è poco.
E altro. O tutto altro. O qualcos'altro ancora.

Per concludere posso darvi un buon consiglio: non perdetevi il film di Shaun the Sheep. Anche se, come per tutti i film considerati per ragazzini, per la maggior parte viene trasmesso in orari pomeridiani. Fidatevi sulla parola, trovate il tempo.
Altrimenti perché credete che abbia messo in apertura il selfie con Shaun?

Pezzo scritto nella sera di sabato 21 febbraio, tra le ore 21 e le 0.32 di domenica 22. Sì... a volte gli aggiornmenti ti prendono la mano.