mercoledì 16 febbraio 2011

Liberate i cani...

Lo so, lo so, ora saranno in tanti ad aspettarsi un mio commento sul fatto increscioso, essendo uno degli autori, ed avendo dedicato a questo progetto almeno un paio d'anni della mia vita, lavorativa e non.

A tempo e modo esternerò il Jack-pensiero al riguardo, ma al momento niente da fare, sorry, meglio far passare un po' di acqua (e ne intendo TANTA) sotto i ponti, in modo che a quel punto il mio esternare "mi sarà dolce in questo mare".
Ma di una cosa potete essere sicuri sin da adesso. La mia risposta NON sarà 42.

E a questo punto, per quanto tu possa cercare di farti venire in mente un finale per il tuo brevissimo post, l'unico pensiero che ti gira in testa è che ormai i finali migliori sono già stati scritti...
Accidenti!

sabato 5 febbraio 2011

Oh Capitano, mio Capitano...

Ogni tanto ti viene qualche voglia insana, di quelle che non riesci a spiegarti. Che hanno origini lontane. Quando sei più giovane, e ti prende l'abitudine di leggerti sempre anche le appendici dei libri di fantascienza, o i bollettini informativi degli editori (il glorioso Cosmo informatore della Editrice Nord), e vieni generalmente a conoscenza delle uscite d'oltreoceano, annotate nelle news.

E così facevo io. Asimov aveva scritto un nuovo libro? Sapevi che sarebbe apparso presso Mondadori. E se Herbert scriveva un nuovo Dune o la Cherryh un nuovo libro di Chanur, potevi stare tranquillo che prima o poi li avrebbe pubblicati la Nord. Insomma, con un certo anticipo potevi sapere cosa avresti letto negli anni a seguire.

Si, insomma, tu avevi i tuoi autori preferiti, quelli che avevi deciso che "da qui all'eternità" potesse venirti un coccolone se ti fossi perduto uno solo dei loro libri, che naturalmente si dividevano il campo con quelli per cui "campassi cent'anni" nulla e nessuno avrebbe potuto costringerti a leggere ancora. E poi c'erano gli altri...

Gli altri erano e sono gli sono autori su cui ti fissi, ma che finora non ti hanno mai preso. Cioè, lo vedi che c'è la capacità di scrivere bene, quella di raccontare, ma le storie che hai letto finora non ti hanno convinto. Ma concedi loro il benificio del dubbio, e sai che prima o poi colpiranno nel segno.

Fu così che quando leggi che Norman Spinrad ha scritto un libro di successo con il suggestivo titolo di The Void Captain's Tale, ti viene voglia di leggerlo. Perchè sai l'autore è bravo, ma complicato, per cui se ha avuto successo, forse è la volta buona... Cosa potrà mai essere La storia del capitano del Vuoto ? Quali pensieri evoca, quali fantasie?

Ma il tempo è malandrino, si sa. Nel 1983 leggo la notizia della sua uscita sul Cosmo Informatore. Mi sono appena diplomato, ho la vita davanti, un lungo vuoto da riempire, e il tempo per farlo.

Ma di quel libro non saprò più nulla. Nessuno pareva interessato a pubblicarlo. Intanto il tempo passa, l'era digitale spazza via quella analogica, tu ti evolvi in una persona più complicata, arrivando a tuo modo dove nessuno è mai giunto prima. In un giorno del 2002, in appendice ad Urania 1433 viene annunciato "Capitan Abisso" di Spinrad. Non c'è il rischio di sbagliare... la storia del capitano del vuoto è finalmente arrivata.

Il titolo alla fine è diverso, ma dal suono italiano sicuramente più suggestivo. L'attesa è finita, Astronavi nell'abisso è finalmente uscito.


E adesso? Non starò certo a raccontarvi della storia, perchè per la trama ci sono Mondo Urania e la Wikipedia. Ma se un giorno, girando per mercatini dell'usato, vi cadesse l'occhio su questo titolo, concedete una possibilità al capitano del vuoto Genro Kane Gupta, alla sua vicenda e alla maledizione che lo legherà al destino del suo pilota, Dominique Alìa Wu.

Lo dico perchè mi rendo conto che passerà un bel pezzo prima che quel libro abbia una ristampa. Vedete, un blog può servire a molte cose, pensandoci bene: a dire i fatti tuoi, a lanciare proclami o a fornire al mondo (che naturalmente ne è assetato) la tua visione della vita, l'universo, e tutto quanto. Ed è anche molto facile decidere di parlare di libri di fantascienza e scegliere di parlare di Hyperion di Simmons, o a voler essere davvero originali parlare di Ubik di Dick.

Ci sono anche i figli di un Dio minore nell'olimpo della fantascienza letteraria. E non parlo di qualità dei libri. Mi riferisco a libri che hanno un'unica edizione.

Peccato... ma ci sono, e questo è l'importante. E ricordarli è importante. Se un giorno qualcuno scrivendo il titolo su Google arriverà qui, magari non troverà le informazioni che cerca, ma saprà che c'è stato qualcuno che quel libro lo ha apprezzato, e molto. E forse - anzi, sicuramente - non sarà tanto, ma non è nemmeno poco.

Quell'anno al premio Nebula, a cui il nostro libro venne meritatamente candidato, c'erano degli ottimi avversari, e la battaglia era senza speranza: Brin con uno dei libri di Uplift (che vincerà, e si aggiudicherà anche l'Hugo), Greg Benford, Gene Wolfe con l'ultimo libro del ciclo di Severian il torturatore, Vance con il suo Lyonesse, e la giovane MacAvoy con il suo primo libro. Con l'eccezione di quest'ultima, gli altri ebbero ben presto una traduzione italiana. Capitan Abisso dovrà aspettare un po' di più. Mysteri editoriali

Ma in fondo, aveva tutto il vuoto davanti a lui.

Grazie a Mondourania, da cui ho preso l'immagine di copertina.