sabato 12 dicembre 2015

Uno stagno di felici pesci rossi

L'immagine é bene impressa nei ricordi: sto sfogliando un grosso e pesante numero della rivista americana Preview; probabilmente é quella dell'amico Miha, che di solito la prendeva alla fumetteria di Gorizia di Gianpaolo. E qui rispondo al Chi, Cosa e al Dove. E posso dedurre anche il Quando, visto che quel negozio ha chiuso nel 2011.
Quanto al Perché non é difficile da intuire: la mia era la semplice curiosità di sapere cosa stesse uscendo di fumettistico al di là dell'oceano. Se eri (e lo sei tutt'ora) un'appassionato, la curiosità l'avevi di default. Perché oltre alla Marvel uscivano centinaia di altri fumetti, e quindi valeva sempre la pena di guardare, hai visto mai trovassi qualcosa di interessante.
Oh, era tanta roba, centinaia di pagine e in ogni pagina una decina e oltre di nuove uscite. E ogni mese un numero nuovo. Nuovi fumetti uscivano continuamente, senza fine; di ogni tipo, formato e genere, per tutti i gusti, da Superman a MyMiniPony. Piú o meno il pensiero era lo stesso: buona parte del materiale Marvel l'avresti visto quasi certamente in italiano nei mesi a venire; parte del materiale DC avrebbe diviso quel destino, ma del materiale degli altri editori poco altro.
Per cui talvolta si ordinava in fumetteria una piccola parte di quel materiale che dubitavi di vedere tradotto. E colmavi quella lacuna.

Cosí tutti eravamo felici, piú o meno.
Poi, col tempo, qualcosa cambió, come sempre accade.

Okay, senza fumetteria, niente Miha che prende il preview, ma comunque ogni tanto ti capitava tra le mani un numero di Anteprima, e curiosavi. Sempre molte le uscite indipendenti americane, come sempre...
Ma ora cominciavi a trovare quelle novità anche in italiano. Dapprima Conan (ma te lo dovevi aspettare, e comunque edíto da Panini), ma poi anche il resto. E tra di loro capitavano anche quelle che fino a ieri avresti giudicato "improponibili". E non ci giurerei che tra loro non ci fosse anche MyMiniPony...

Oh, non i singoli numeri da 20 pagine, ma i Paperback che raccoglievano i cicli di storie o le miniserie. Rigorosamente identici in tutto ai Paperback originali, ma in italiano. Eccome se li trovavi. 

L'ultima visita nella fumetteria di Monfalcone (di Gianpaolo, cosa faremmo senza...) vidi la zona dedicata ai comics americani strapiena di titoli. Ed erano diversi da quelli visti due mesi prima, ora finiti sugli scaffali, visibili solo per le loro costoline colorate. E guardando i loro titoli realizzai che erano davvero... tanti. Ma non dovevi meravigliarti, tutte quelle uscite erano state annunciate regolarmente su Anteprima.


Tutto chiaro fino a qui?

Bene. Adesso concentratevi per un istante e provate ad immaginare tutte queste uscite; adesso aggiungete tutte le uscite manga mensili (oltre il centinaio), e poi i volumi francesi, Bonelli e bonellidi, tutte le ristampe che escono abbinate ai quotidiani, più qualsiasi altra cosa io abbia dimenticato. Visualizzatele tutte insieme.

Bene. Ora vi chiedo di ricordate il luogo comune fumettistico (ma dannatamente vero) del momento: "Le vendite dei fumetti oggi sono molto in crisi".
Adesso cercate di andare indietro con la memoria: pensate all'edicola nel 1990, periodo del 'boom' di vendite, tra Bonelli, Star Comics, Play Press, Granata Press e Comic Art (e tutti quelli che dimentico). Comunque la si guardi, l'offerta era minore.
Bene, fine della riflessione, ognuno tragga le sue risposte.

Non so voi, ma io ogni tanto ho delle immagini mentali, dei fotogrammi che abbino a pensieri o situazioni di cui sono testimone.
In una di queste immagini vedo uno stagno abbastanza grande, in un posto paradisiaco: sole, uccellini, coniglietti che saltellano e così via. Una dolce brezza rinfresca il tutto. Nello stagno nuotano e prosperano tanti bei pesci rossi, felici nel loro stagno.
Attorno a questo paradiso ci sono dieci pescatori, con la loro brava canna e le esche sul cappello, che pescano tranquilli, seduti comodi; ognuno in una sua zona speciale e tutti, chi più e chi meno, fanno una pesca soddisfacente. 
Naturalmente dopo ributtano i pesciolini in acqua, liberi di continuare la loro vita felice e di abboccare ad altre lenze.

Ora immaginate questo paradiso vent'anni dopo, più o meno oggi. Sempre il sole e gli uccellini e la brezza, ma lo stagno si é ridotto, ma é pur sempre pieno di felici pesci rossi. 
Ma questa volta i pescatori sono cinquanta. Sono vicini, riempiono quasi ogni riva di quel paradiso. Alcuni hanno le loro solite canne, ma qualcuno si é portato delle reti, altri hanno delle lenze speciali studiate da esperti del campo.
Tutti loro stanno pescando, ma non sono molto soddisfatti: la loro pesca é modesta, si osservano l'un l'altro, per vedere quanti pesci hanno preso i vicini, e un po' di invidia traspare. E qualcuno dopo la pesca non li ributta nemmeno in acqua.

Io lo so, perché sono lì, davanti a tutti loro; sono uno di quei rossi pesci felici. Li osservo i pescatori: li vedo spingersi tra loro, conto tutte le loro canne, e li sento dire che una volta si pescava meglio. Osservo le loro esche sofisticate, le mosche artificiali, le reti e le trappole a ultrasuoni. E provo indifferenza e disinteresse. O forse sono solo sazio... magari ho anche un po' di nostalgia per la vecchia lenza classica col vermicello, perché no? E mentre penso al mio ruolo di pesce in questo stagno, mi chiedo perché nessuno di quei pescatori pensi a ingrandire lo stagno, e aggiungere anche felici pesciolini verdi o blu.
Mentre penso a tutto questo vedo alcuni pesci, sempre gli stessi, gettarsi famelici contro quelle golose lenze; mentre altri si dirigono verso il centro dello stagno, lontani da pescatori e prelibatezze esotiche. Alieni a tutto questo.

I pesci rossi son fatti in questo modo, cosa volete farci? Mutevoli, contraddittori, inaffidabili sulle lunghe distanze.
Ma d'altronde se non fossimo così, forse non saremmo nemmeno felici.