lunedì 21 maggio 2012

I Dannati del Pianeta Maledetto


Oggi piove, senti come piove. Ma ieri il sole aveva pure scaldato, e si riusciva a uscire con la maglietta, cosa impossibile oggi. E due giorni fa avresti detto che era estate, tanto era il caldo.
Ma siamo in primavera, la folle e capricciosa primavera del 2012. E ormai mi aspetto il vento, anche una nuova ondata di gelo, come se qualcuno che ha le mani sui comandi dell'universo ci stesse testando con una prova antistress. O un sergente istruttore stesse addestrando dei Navy Seal, sottoponendoli ad ogni angheria gli venga in mente, per forgiarli.
Ecco, pensi a questo guardando fuori dalla finestra. E se dopo le inondazioni e lo tsunami, senti che arriva anche un terremoto, ecco che quel sospetto paranoico torna a fare capolino.
Guardo in strada, vedo le piante e gli alberi, che già avevano messo i fiori, convinti dell'arrivo della bella stagione, e me le immagino a resistere, a battersi contro le armate del generale inverno, per conquistarsi il loro diritto all'esistenza. 
"Al fine di avere un prodotto migliore", dicono le pubblicità delle auto, mostrando con orgoglio i manichini delle prove anticrash. Io mi guardo intorno, e talvolta - ma solo per qualche breve secondo, il tempo di scartare l'idea come cavolata - ci penso, e mi domando se non debba sentirmi come uno di quei manichini. Capita solo a me?

No, già qualcun altro ci aveva pensato. Alan Dean Foster, un bravo scrittore di Fantascienza, che nel 1991 scrive uno di queli libri che lasciano il segno, nonostante tutto: nonostante non sia parte di uno dei suoi cicli più famosi, come quello del Commonwealth e di Flinx, e nonostante da noi rimarrà un caso isolato.

"Perché quel libro ti viene in mente guardando la pioggia, sentendo del terremoto e guardando le piante combattere?", domanda il solito lettore curioso, che si aspetta la mia rapida risposta (o che io mi illudo voglia).

L'idea principale del libro era estremamente semplice.
In una vasta zona dell'universo si è formata una confederazione di razze senzienti, gli Amplis. Ma l'altra metà delle razze senzienti è sotto l'influenza della Trama (the Waves). E la Trama non vuole la pace, ma la guerra. Ed è quindi guerra senza pietà, ormai da millenni. Inesorabile, apparentemente senza fine, in cui pacifici esseri extrraterrestri sono costretti a battersi, contro ogni loro etica, per salvare il proprio diritto di esistere.
L'unica speranza per non perdere è continuare a cercare nuovi alleati, unire altre razze senzienti nella battaglia, al fine di non perdere la guerra, e con essa ogni speranza di un futuro migliore.

E un bel giorno, un'astronave degli Amplis arriva sulla terra. E analizza il pianeta.
Geologicamente attivo.
Con più di metà superfice ricoperta dalle acque.
E come se non bastasse pure con un enorme satellite naturale, talmente vicino da non poter evitare di subirne la sua influenza. Con climi variabili dal freddo più intenso al caldo più soffocante, e condizioni meteorologiche impazzite, senza controllo, capaci di scatenare piogge torrenziali o venti senza fine. E maree, e terremoti così come ogni possibile calamità. La prima domanda degli alieni è scontata:
"Come ha fatto una civiltà a sopravvivere in un inferno simile??!!"
Già. Perché pare che con queste caratteristiche non esista un altro pianeta conosciuto che abbia dato l'origine ad una razza senziente. Siamo un caso unico.
"E che razza di esseri viventi ne verranno fuori?" è la seconda domanda.

Comincia proprio così. E se fossimo davvero un pianeta unico? Con creature viventi che sono sopravvissute ai terremoti, alle catastrofi climatiche, alle maree, l'influsso della luna, forgiati da un'immaginario test antistress naturale chiamato Terra, e proprio per questo perennemente irascibili, facilmente litigiosi, sospettosi, perfettamente a loro agio nelle guerre, sempre in corso? Se tutto ciò che noi siamo convinti di poter e sapere fare, come inventare, creare, vivere pacificamente, fosse solo una debole forma di autocontrollo? Se l'unica cosa che sapessimo fare è fare la guerra? Al punto da potere essere i migliori guerrieri della Galassia?
Riuscirà il primo essere umano contattato, da bravo e pacifico umano medio, a convincere gli alieni che no, si sbagliano, perché l'uomo è tendenzialmente buono, e non muore dalla voglia di battersi?

Guerra senza fine, di Alan Dean Foster. Uscito una volta sola, come numero 235 della collana Cosmo Argento dell'editrice Nord. Uscito in libreria in un periodo in cui in quella collana uscivano (quasi a ritmo mensile) tra i migliori romanzi di fantascienza pubblicati oltreoceano. Con l'unico appunto che la grafica di copertina poteva recuperare un po' meglio la composizione originale.
Ma questo (ti pareva che c'era una sorpresa, no?) è appunto solo il primo libro della trilogia dei Dannati (The Damned). Composta da tre libri, A Call To Arms (1991), The False Mirror (1992) e The Spoils of War (1993), rimane a tutt'oggi inedita nella sua completezza, ma chi segue il genere fantascientifico da libreria sa bene che non è un caso isolato.

Ma una volta le collane di genere prosperavano nelle nostre librerie, e quindi potevi ancora trovare gioielli simili, magari in ristampa. Quando ancora esistevano delle collane librarie etichettate Fantascienza, confinate nel loro spazi angusti, quando tutti avevamo più tempo libero per leggere qualcosa.
Ma oggi le etichettature non vanno più di moda, e nemmeno certe ristampe, per cui la vedo dura di vedere il ciclo completato, un giorno. In libreria, negli spazi dedicati ai generi (Fantascienza e Fantasy) trovi solo le ristampe dai titoli (variabili e incredibilmente creativi) di Philip K. Dick, o i cicli completi di Isaac Asimov, e poco altro. Niente da fare, non riusciamo a essere creativi in libreria. Forse hanno davvero ragione gli Amplis.
Forse come esseri umani siamo davvero capaci di fare solo altro.

1 commento:

  1. "C'era una volta..." tanto e tanto tempo fa...
    Si potrebbe quasi aggiungere "in una galassia lontana" e invece era proprio la nostra, ma (appunto) in un'altra EPOCA, in un continuum in cui entrando in una libreria non trovavi soltanto fantasy o VAMPIRI/EMO/ADOLESCENTICONDISAGIOSOCIALE...
    Ma erano altri tempi.
    Per esperienza SO che quando cominci a dire "ai miei tempi" dopo un po' dici anche "si stava meglio quando si stava peggio" ecc. ecc.
    Dal canto mio ho scoperto per caso il KINDLE...
    IO...agguerrito sostenitore del CARTACEO ad ogni costo.
    IO... che dicevo "Il libro su computer MAI!"
    Bè... poi lo hanno regalato alla mia compagna e da quando ho aperto la confezione lei non lo ha più rivisto.
    il cartaceo...il libro, la carta col so odore, la sua sostanza e tutto il resto, RESTA qualcosa di inimitabile ed irraggiungibile...ma eccomi lì, all'improvviso, a recuperare a destra e a manca testi, racconti, romanci e interi numeri di URANIA che non avevo mai letto e che mai avrei potuto leggere.
    Adesso raccolgo ogni cosa in modo compulsivo ed ovviamente continuo anche la caccia al prezioso LIBRO MANCANTE...
    Nella bancarella, nel negozietto o nella libreria del conoscente...
    Tuttavia quando "sfoglio" il piccolo giocattolino di plastica (tanto simile ai misteriosi aggeggi di Star Trek classica) mi consolo...
    IN qualche modo mi sono adeguato...
    E' comodo, leggero, non stanca i miei occhi incasinati e mi dico "non importa il supporto...
    NOn importa come lo leggi o come ti arriva, ma importano le parole, i sogni e i mondi che ti evocano.
    E quelli ci sono ancora".

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