martedì 15 maggio 2012

L'insostenibile leggerezza dell'ultima parola

Mi rendo conto che ogni tanto ho una metà oscura che mi sussurra cattivi comportamenti nell'orecchio, che mi invita a rompere le regole, a reagire sbattendo il pugno ogni volta che vedo un'ingiustizia. Ma invece di reagire di fronte ai massimi sistemi, mi scappa di farlo nelle piccole cose di tutti i giorni. Questo basterebbe a definirmi un rompiscatole da una parte non troppo vasta dell'universo, e un pericoloso concorrente per le Pigne in Qulo.
Poco male, in fondo riesco in questo modo a dimostrare di avere sempre l'ultima parola sulla mia personale metà oscura.

Questa volta tocca ad un malessere che non riuscivo a mettere a fuoco da tempo, e che solo negli ultimi giorni ho finalmente indentificato. E' quella fastidiosa sensazione di insistenza che trovi nelle discussioni con i conoscenti o con gli estranei, ma che riesci a identicare solo dopo averla vista ripetuta anche in rete, nei forum, sui social network, a dimostrare che il pericolo è davvero là fuori.

Facciamo il nostro solito esempio colorito.
Romolo interviene sul forum dei Re di Roma (o il loro equivalente di facebook, il mezzo non ha importanza), dicendo che gli piace la marmellata di ciliegie.E' una semplice affermazione di gusto, di piacere.
Numa Pompilio interviene dicendo che anche a lui piace molto la marmellata di ciliegie (o gli piace un fumetto, o un film). Tullio Ostillio pure lui concorda subito dopo, ma ci tiene a precisare che troppa può fare male, e in fondo quella di fragole è meglio.
A questo punto interviene Bruto, che precede un grosso punto esclamativo con l'affermazione "A me non piace affatto".

Romolo, che è un pignolo, interviene nel suo stesso post, dicendo che si, è possibile che a qualcuno non piaccia, ma a lui piace, e quindi la cosa non lo turba. Anco Marzio e Tarquinio Prisco seguono a ruota pure loro, dicendo che anche a loro piace la marmellata, ma disquisiscono sulla scelta del gusto del fumetto (volevo dire della marmellata). A questo punto interviene di nuovo Bruto, per dire che a lui non piace. Tullio Ostillio, che è un tipo molto precisino, analizza filologicamente la frase iniziale di Romolo (tesi), lo stesso con la frase di Bruto (antitesi) e arriva ad una conclusione (sintesi), non trovando motivi di discussione perchè è possibilissimo che quel film (pardon, la marmellata) non piaccia a qualcuno mentre a qualcun'altro si. Tarquinio il superbo irrompe a questo punto nel post, contestando che si contesti un'affermazione. Poi interviene di nuovo Bruto, per dire che a lui quella serie TV (sorry, intendevo dire la marmellata) non piace. Numa Pompilio segue a ruota, chiedendo perchè mai Bruto continui a dire una cosa già detta. Bruto risponde che a lui semplicemente la marmellata non piace affatto.

A questo punto interviene Seneca, che spacca il capello in quattro e filosofeggia su cose ed esseri.
Se Romolo avesse detto una cosa assoluta, per esempio "Il sole sorge ogni mattina", allora una contestazione di qualcuno che dice "No, non è così" sarebbe intollerabile. Ma trattandosi di opinioni di gusto personale, ognuno ha il suo, una discussione su tale argomento potrà anche svolgersi, ma sarà inutile, perchè il presupposto finale sarà quello di riuscire a fare cambiare opinione a qualcuno che è già convinto del contrario.
Naturalmente non finisce qui. Interviene di nuovo Bruto, per dire che a lui non piace la marmellata, e che non riesce a capire come possa piacere, con tutto quello zucchero, tutto quel colore, quel gusto dolcissimo, e la consistenza marmellosa. E aggiunge ben tre punti esclamativi alla fine.

Servio Tullio è pure lui pignoloso, si è limitato finora a leggere senza intervenire, ma ora entra in campo, seccato, sostenendo che è proprio il fatto che sia dolce, colorata e marmellosa che la rende gradevole, anche se gli lascia le dita sporche di inchiostro (volevo dire di zucchero).
Bruto risponde, per dire che comunque a lui non piace quel fumetto (cioè, la marmellata), sopratutto perché è così marmelloso.

Tarquinio Prisco non si da per vinto, e spiega in un lungo ed articolato intervento che gli porta via 20 minuti di vita, tutti i motivi per cui la marmellata fa bene, e quindi rivendicando il suo diritto logico di farsela piacere.
Romolo interviene ancora, invitando a moderarsi tutti, perchè questo gran parlare ha superato ogni possibile previsione iniziale. E sopratutto, domanda a Bruto perché mai gli interessi dire a tutti che a lui la marmellata non piace? Lui gli risponde subito, rivendicando il suo diritto di dire che la marmellata non gli piace, che fa male, che non gli piace, che è marmellosa, che non gli piace, che è troppo zuccherosa, e che sopratutto NON GLI PIACE, così, semmai non fosse chiaro.

Risultato? A partire da Romolo si stufano tutti, a parte Bruto, e abbandonano la discussione.
A questo punto interviene il moderatore, Cesare, che cazzia tutti e chiude la discussione.
Ma Bruto comunque interviene dicendo "E comunque a me la marmellata non piace!". L'ultima parola deve essere sempre sua. Che non si dica mai che la marmellata è buona. Perchè non sia mai che un occasionale lettore o un passante possa percepire che qui (o là, o ovunque) predominino gli adoratori della marmellata. Che sia chiaro per tutti che c'è un'accesa opposizione. E magari cambia anche il tono di voce ogni tanto, che non si capisca mai che è uno solo contro dieci.

Qualcuno si limita a farmi notare che Bruto semplicemente rivendica il suo diritto di dire che la marmellata non gli piace. E che questo non vuole dire obbligatoriamente che sia un dipendente della fabbrica di cracker salati al gusto di cipolla, pericoloso concorrente della marmellata dolcissima e marmellosa e zuccherosa. In fondo non è come quei disturbatori che nei comizi politici fischiano per disturbare. Lo sopporti, prima o poi si stuferà.

Certo, poi c'è l'ipotesi che Bruto sia favvero un cospiratore (non deve essere necessariamente anche un rettiliano), che saprebbe tramare anche contro lo stesso Cesare, e che quindi farebbe bene a stare attento, in futuro. Sopratutto alle idi di Marzo.

Ecco qui, fine della metafora (oggi sono davvero troppo distratto... volevo dire l'esempio). A quali conclusioni si può arrivare?

Può una conversazione sulla marmellata, su un fumetto o una serie TV arrivare a simili estremi? Purtroppo si, l'eventualità è davvero dietro l'angolo. Ovunque ci sarà sempre un Brutus pronto a dire come la pensa lui. E a cercare di avere l'ultima parola.
Come si risolve? Isolando e ignorando i commenti/opinioni/opere di Bruto? Arrabbiandosi e passare così dalla parte del torto? Fingere indifferenza? Achitettare elaborati giri di parole per confonderlo?
O forse solo tirando di Fioretto?

1 commento:

  1. E' ben difficile, questa volta, partecipare con un commento senza correre il rischio di apparire un bruto. Le tue critiche al sistema, leggi stupidità, sono condivisibili in toto. Non so come potrebbe esser risolta la faccenda, escludendo un ritorno alla buona educazione, lavoro di anni. Mi piacerebbe che tutto il web rifiutasse l'anonimato. Non basterebbe, ma quando non si ha la faccia di presentarsi con la propria faccia penso si abbia molto più coraggio ad esser vigliacchi. Auguri e marmellata a tutti, Walter Chendi.

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